Si è svolta ieri, 28 luglio 2014, presso il Palazzetto dello sport di Trieste, la cerimonia che celebra la fine del Ramadan, il nono mese del calendario lunare arabo e sacro ai mussulmani in quanto "venne fatto scendere il Corano, codice di vita per gli uomini, esposizione chiara delle direttive, criterio per distinguere il bene dal male." (Sura II, versetto 185)
Noto al mondo occidentale soprattutto per il digiuno che i fedeli praticano dall'alba al tramonto, il Ramadan non deve essere però inteso come un periodo di privazione, bensì come un momento di espiazione e purificazione spirituale in cui preghiera, generosità, solidarietà e benevolenza verso gli altri hanno grandissima importanza.
Si tratta inoltre di un mese ricco di grazie perché, come disse il Profeta, "quando arriva il Ramadan vengono aperte le porte del Paradiso, e chiuse quelle del Fuoco, e i demoni vengono legati".
In questa atmosfera il Centro culturale islamico di Trieste (fondato nel 1988 e organizzatore della cerimonia) ha chiamato quotidianamente a raccolta, presso la propria sede di via Pascoli 45, la comunità di fedeli che a Trieste conta complessivamente circa seimila persone provenienti da trenta paesi fra cui, solo per citarne alcuni, Italia, Bosnia Erzegovina, Turchia, Palestina, Qatar, Togo, Senegal, Siria, Algeria, Bangladesh, Pakistan, Marocco.
A partire dal 28 giugno (data di inizio della festività) i fedeli hanno così avuto la possibilità di incontrarsi e di partecipare insieme ad altri ai momenti di preghiera, di dibattito, di festa al termine del digiuno, offerta di volta in volta da una famiglia diversa e preparata dalle abili mani di alcuni partecipanti, fra i quali Adam, un ragazzo del Togo, il cui sorriso non può fare a meno di contagiare tutti quelli che gli stanno intorno.
Di seguito una serie di immagini realizzate in occasione della cerimonia e nel corso di una serata recentemente trascorsa al Centro culturale islamico.
Ringrazio tutta la comunità ma soprattutto Vahid, Fatima, Sabaheta, Jasmin, Aisha, Amina nonché il presidente del Centro, Saleh Igbaria, per l'accoglienza e l'ospitalità ricevute.
Noto al mondo occidentale soprattutto per il digiuno che i fedeli praticano dall'alba al tramonto, il Ramadan non deve essere però inteso come un periodo di privazione, bensì come un momento di espiazione e purificazione spirituale in cui preghiera, generosità, solidarietà e benevolenza verso gli altri hanno grandissima importanza.
Si tratta inoltre di un mese ricco di grazie perché, come disse il Profeta, "quando arriva il Ramadan vengono aperte le porte del Paradiso, e chiuse quelle del Fuoco, e i demoni vengono legati".
In questa atmosfera il Centro culturale islamico di Trieste (fondato nel 1988 e organizzatore della cerimonia) ha chiamato quotidianamente a raccolta, presso la propria sede di via Pascoli 45, la comunità di fedeli che a Trieste conta complessivamente circa seimila persone provenienti da trenta paesi fra cui, solo per citarne alcuni, Italia, Bosnia Erzegovina, Turchia, Palestina, Qatar, Togo, Senegal, Siria, Algeria, Bangladesh, Pakistan, Marocco.
A partire dal 28 giugno (data di inizio della festività) i fedeli hanno così avuto la possibilità di incontrarsi e di partecipare insieme ad altri ai momenti di preghiera, di dibattito, di festa al termine del digiuno, offerta di volta in volta da una famiglia diversa e preparata dalle abili mani di alcuni partecipanti, fra i quali Adam, un ragazzo del Togo, il cui sorriso non può fare a meno di contagiare tutti quelli che gli stanno intorno.
Di seguito una serie di immagini realizzate in occasione della cerimonia e nel corso di una serata recentemente trascorsa al Centro culturale islamico.
Ringrazio tutta la comunità ma soprattutto Vahid, Fatima, Sabaheta, Jasmin, Aisha, Amina nonché il presidente del Centro, Saleh Igbaria, per l'accoglienza e l'ospitalità ricevute.
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