Secondo alcune stime i danni che l'alluvione di quindici giorni fa ha causato in Bosnia Erzegovina ammonterebbero a 500.000 milioni di euro, con un numero di sfollati che si aggira intorno agli 85.000 di cui 80.000 rimasti senza casa (fonte: www.radiosarajevo.ba, 7 giugno). Ma numeri e cifre non possono dare neanche lontanamente l'idea delle condizioni in cui vive la popolazione colpita dal disastro. Drammatica la situazione a Doboj, dove l'acqua del fiume Bosna ha raggiunto i 3-4 metri di altezza in sei minuti, causando nove morti, quasi seimila sfollati, danni enormi ad abitazioni, scuole, esercizi pubblici e commerciali. Qui le persone hanno bisogno di tutto: cibo, acqua, mobili, abiti, disinfettanti, detergenti, pannolini, mascherine.
Nella città di Bijeljina si contano quattromila sfollati, quindicimila case inagibili (fonte: Protezione civile di Bijeljina), campi completamente distrutti, attrezzature danneggiate, fabbriche ancora sott'acqua, 500 carcasse di animali morti ritrovati finora e con la conseguente necessità di sanificazione, disinfezione e prevenzione. “Da qua a ottobre dovremo dar da mangiare a seimila persone” dice un funzionario della protezione civile del posto, sottolineando la necessità di aiuti umanitari in termini di prodotti alimentari, oltre che di pompe, gommoni, stivali da pescatori, attrezzature da rafting necessarie per attraversare le zone che sono ancora inondate e che si trovano nella “zona rossa” dove, di fatto, molte strade non sono transitabili se non a bordo di un fuoristrada o persino, in alcuni casi, di una barca. Clicca qui per maggiori informazioni sulla zona rossa
Altre parole, mai come ora, mi sembrano di troppo. Solo un grazie di cuore alla famiglia Vasić, alla protezione civile di Ljubljana e alla protezione civile italiana, in particolare agli operatori del Friuli Venezia Giulia.
Per andare/tornare alla pagina dedicata all'Alluvione in Bosnia Erzegovina clicca qui.
Per visualizzare il post è necessario abilitare javascript - Javascript is required for this post.
Nessun commento:
Posta un commento