Tutto è iniziato per caso. Sono in centro, vedo una donna con un ragazzino e le domando se mi può indicare un negozio per bambini, non troppo costoso. Molto gentilmente mi accompagna e mi aiuta a scegliere una maglietta per una bimba di tre anni. Da lì nasce la mia amicizia con Dubravka, una donna speciale, incredibilmente piena di energia e di voglia di fare, che conosce benissimo la lingua italiana, avendo vissuto in Italia parecchi anni. Sorseggiando il caffè mettiamo a confronto le esperienze e le racconto cosa sto facendo a Sarajevo. Fra le altre cose mi parla di una scuola molto speciale, mi propone di accompagnarla e di parlare con il direttore. Accetto volentieri e così ieri mattina, alle 10.00 ci siamo ritrovate alla scuola Vladimir Nazor di Sarajevo, insieme con il prof. Zulfo Ahmetovic.
Zulfo mi racconta che la scuola, pubblica, è sorta nel 1968 e ospita 172 bambini e ragazzi, di età compresa tra i due/tre e i diciotto, affetti da vari problemi di deficit cognitivo, quali l'autismo (10%) e la sindrome di down (25%). Dispone di un asilo, di una scuola elementare e di una scuola superiore.
A seconda della gravità del problema i ragazzi sono suddivisi in classi diverse e seguono un programma diverso: quelli affetti da problemi più gravi sono raggruppati in classi da 4 a 6 alunni e stanno a scuola anche al pomeriggio (per fare riabilitazione e altre attività), gli altri in classi da 6 a 9 e seguono un orario normale di lezione. Ci sono inltre 15-20 allievi che non possono lavorare in gruppo e, quindi, vengono seguiti individualmente.
Il problema principale, mi dice il direttore, è costituito dal fatto che spesso i genitori (gli unici che possono decidere se mandare il figlio alla scuola normale o alla scuola speciale) hanno difficoltà ad accettare che il figlio o la figlia soffrono di deficit cognitivo. Pertanto i ragazzi possono arrivare alla scuola Nazor solo molti anni dopo che il problema è stato diagnosticato, con le ovvie complicazioni che ne conseguono. L'integrazione nella scuola normale è un processo ancora a venire perchè, fondamentalmente, non ci sono le risorse sufficienti.
Risorse che mancano all'istituto stesso. A tutt'oggi non si sa ancora se il personale esterno (logopedisti, psicologi, musicoterapeuti) sarà riconfermato a settembre. "Sopratutto i ragazzi autistici", mi dice, "hanno bisogno di moltissima assistenza perché hanno problemi di comunicazione e socializzazione". Ma le risorse non ci sono.
Grazie alle donazioni la scuola è riuscita a procurarsi un pulmino, un telaio per le attività di laboratorio e altra strumentazione utile per le attività didattiche e riabilitative. Ma è molto poco rispetto a quanto occorre alla scuola, specie in termini di personale specializzato.
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Erika, ottimo lavoro, a volte ci dimentichiamo o siamo troppo assopiti di quanto bisogno abbiano le persone che veramente necessitano, e tu ce lo fai ricordare bene, anzi ce lo sbatti sul naso! Questo è una documentazione molto coraggiosa che può solo arricchirci. E se posso da parte mia anche con poco, sono a disposizione.
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