sabato 5 ottobre 2013

Jazz Report

Per ripigliarmi e cercare di ricredermi sulla Radio, sulle sue finalità, su quello che può fare nel XXI secolo, vado in un luogo che ho preso a frequentare con una certa assiduità, perché, anche se meno rispetto al passato, continua a trasmettermi quel po' di aria di libertà e di possibilità che altrove in questa città non respiro: il Parco di San Giovanni, fucina di idee, di iniziative, di attività che trovano una matrice storica e una ragione d'essere vuoi nella rivoluzione di Basaglia, vuoi nella voglia di fare che a Trieste è molto forte e radicata, ma troppo spesso messa a tacere, ignorata, ostacolata, scavalcata da progetti forse megalomani o interessi economici, che definirei alienanti.
Incontro Giorgio, classe 1946, uno dei conduttori storici di Radio Fragola, attivo nell'emittente triestina fin dal 1999. E passo con lui un'oretta ascoltando e parlando di musica, durante la trasmissione “Jazz Report”, in onda ogni venerdì alle 15:45 sulle frequenze 104.5 e 104.8 oltre che su web (http://www.radiofragola.com/Stream/fragolaplayer.html).
Jazz Report Radio Fragola
Giorgio mi racconta che la sua passione per la musica iniziò quando aveva circa diciassette anni, con il rock classico, quello di Elvis, di Little Richard, Jerry Lee Lewis. Ma il rock, dopo un po', non gli bastava più: aveva bisogno di una musica più ritmica e più ricca di improvvisazione e variazione. Da qui il passaggio al jazz, ai grandi del Mainstream: Louis Armstrong, Duke Ellington, Benny Goodman, Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis, Thelonious Monk, John Coltrane. Ed è proprio il pezzo di Coltrane, “Mr. P.C.”, interpretato da Liebman, Shorter, Beirach, Gomez, DeJohnette, che apre il programma di ieri, seguito da “Plaza Real” e “Myrrh” di Wayne Shorter, tratti dall'album “Without a net”.



Il jazz, mi spiega Giorgio, non può essere visto solo come musica di protesta e di angoscia, ma anche di divertimento, di piacere, di ricerca della libertà, pur nascendo in un clima di contestazione sociale. Non disprezza lo sperimentalismo, Giorgio, ma a suo parere in Italia si dà molto più spazio a quest'ultimo che al jazz classico, sia nelle pochissime emittenti radiofoniche che lo trasmettono, sia ai festival (eccezion fatta per quello di Ancona). E le difficoltà insite nello sperimentalismo non sono certo un buon veicolo per avvicinare le persone a questo genere musicale.

Jazz Report Radio Fragola
Jazz Report Radio Fragola

E per quanto riguarda la radio in generale? Cosa ne pensa Giorgio? “È schiava della pubblicità e delle trasmissioni commerciali banali che snobbano anche il jazz più accessibile.”
Su questo non posso che essere d'accordo.

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1 commento:

  1. Se uno accende la radio e con la manopola gira per le varie stazioni, scopre che il modello radio commerciale vince. Peccato che sia proprio così che si svaluta la capacità di ogni radio di essere in primis un mezzo di comunicazione. La sfida di Radio Fragola è proprio questa: essere un microfono non convenzionale, nel panorama cittadino e non solo, svincolato da obblighi commerciali o propagandistici.

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