Non so voi, io ho smesso di contare già da tempo il numero di ombrelli che ho distrutto nelle giornate di bora scura a Trieste. Ombrelli che ho sempre buttato via senza alcuna esitazione, solo con un po' di fastidio per i soldi buttati letteralmente nel cassonetto. Non avrei mai immaginato (limite mio, mi rendo conto) che di un ombrello rotto ci si potesse fare qualcosa. Pino e Carla, entrambi soci lavoratori della Cooperativa Lister, mi spiegano, con mia grande meraviglia e stupore, che, invece, gli ombrelli distrutti dalla bora possono essere decostruiti e riconvertiti. Marianna, molto gentilmente, mi mostra e mi spiega come si fa: una volta liberata dal telaio, la stoffa dell'ombrello viene scucita punto per punto con una sorta di piccolo “uncinetto”. Poi viene lavata, misurata, tagliata in varie parti e, solo successivamente, ricomposta dai sarti e dalle sarte con le macchine da cucire, per dare vita a aquiloni, mantelline per bambini, borsette. Da profana capisco bene che il procedimento non è semplice e che richiede una cura e attenzione notevoli.
In sartoria, oltre agli ombrelli, si riciclano tutti i capi di abbigliamento quali jeans, cravatte, cappotti, giacche, camicie, nonché accessori (borse, cinture, cerniere, bottoni...) ed arredo (tendaggi, campionari, fodere, …) per farne prodotti nuovi, unici: trousse, portaocchiali, borsette, custodie per iPhone, etc....
La sartoria (che impiega attualmente dieci persone con contratti di lavoro dipendente o borsa lavoro) svolge anche un servizio riparazioni ed è molto impegnata nel campo della formazione. In particolare, in sede si organizzano corsi di piccola sartoria a vari livelli (il corso base parte il 3 ottobre!!!) e corsi con le scuole, durante i quali - mi racconta Pino - ai bambini vengono insegnati il rispetto per l'ambiente, la raccolta differenziata, la gestione del surplus in modo creativo, attraverso la raccolta degli ombrelli e la trasformazione degli stessi in spaventapasseri da davanzale.
Infine, sempre per quanto riguarda la formazione, nel 2013 e in collaborazione con l'Enaip, sono stati organizzati, nel carcere del Coroneo corsi di piccola sartoria e riciclo materiale tessile che hanno coinvolto uomini e donne, nonché un corso di tappezzeria rivolto agli uomini.
Io mi fermo qui, perché ho un impegno importante: guardare dentro ai bauli, fare una cernita, lavare "gli stracci vecchi", farli asciugare e poi impacchettarli per portarli venerdì mattina al padiglione M dell'ex o.p.p. E voi?
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