Entrando nel “reparto” maglieria della cooperativa Lister due cose colpiscono subito: la luce che inonda la stanza da ogni lato, e una sensazione di pace e serenità che mi è capitato raramente di trovare nei luoghi di lavoro. Lo spirito di collaborazione sembra regnare sovrano. Il resto, di conseguenza.
Nata a metà degli anni '90 come laboratorio, mi spiega Mariuccia, la maglieria ha avuto una sua evoluzione sia in termini di tecniche di lavoro, sia per quanto riguarda i capi prodotti: dai berretti lavorati ai ferri si è passati, nel corso del tempo, a una gamma numerosa di manufatti prodotti a macchina
In questo momento in maglieria lavorano otto persone: chi con borsa lavoro, come Maddalena e Pasqualina, chi con contratto di tirocinio formativo, come Roberta e chi, come Mariuccia che, dopo aver passato la vita come infermiera psichiatrica, ha ripreso in mano la sua vecchia professione, la magliaia, facendo volontariato.
La formazione dura circa un anno e inizia dai concetti di base, il riciclo in primis, che consiste - molto sinteticamente - nelle fasi di raccolta di materiale usato (maglioni, sciarpe, gomitoli di lana, etc...), selezione dello stesso e destinazione d'uso, con tutti i relativi sottoprocessi, lavaggio incluso. Gradatamente le persone imparano quindi
a sfilare i capi di lana, a creare gomitoli di un colore, a melangiare (cioè unire capi di colore diverso per creare un nuovo filo di lana), a usare il bobinatore (che serve per ricoprire il filo di lana di paraffina) per poi arrivare ad usare la macchina per maglieria, con la quale vengono creati capi di diverso genere: berretti, sciarpe, paraorecchie, scaldacollo, manicotti, scaldamuscoli, paraspifferi per finestre.
Il punto di raccolta del materiale di lana usato è la Cooperativa stessa, aperta al pubblico (anche per riparazioni e vendita di prodotti) dalle 9.30 alle 17.30 dal lunedì al venerdì.
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