Some time ago I published a post about a group of Afghani people in Trieste, who have applied for and are hoping for the refugee-status, and who are playing cricket in an abandoned place near the railway station.
Well, following a suggestion of a friend of mine, two days ago I went back to that place and saw something that I feel the need to share with you.
For at least two months 150 to 200 men are living inside the old silo. They come mostly from Afghanistan and Pakistan, but also from the Iraqi Kurdistan. They fled from the war, they fled from the forced recruitment carried on by the Talebans, they fled from the slaughters committed by ISIS.
Now they are here, in Trieste, and their life conditions are definitely unacceptable: no toilets, no garbage cans, no tents, no water inside the ruined building. Just some cages and little "rooms" made of cardboards, which the asylum-seekers "built" on their own during the time.
The newly-arrived aren't so lucky and have to sleep on the floor or on beams collected here and there, without any protection against the rain (water seeps through the damaged roof) nor against the mosquitos. They brought from their countries just a few things and, as they told me, they need mostly shoes, clothes and blankets.
The most of them are allowed to go and eat at a soup kitchen ruled by Caritas, some of them are not, as they told me, because their asylum application was not yet recorded by the police (which means that at the moment they don't have right to any assistance). A few of them cook by themselves on fire (beans, bread, eggs, chicken). Mostly all of them go for toilet and for water to the railway station.
Some italian volunteers brought them food, clothes, shoes and helped them to clean a part of the building.
Three days ago, as reported by a local newspaper here, some officers of the public health authority, of the municipality and of ICS (the onlus who - briefly spoken - is in charge in Trieste of taking care of the asylum-seekers) came there. They recognized that life conditions there were unacceptable and pointed out the need to "clear". When? Maybe next week, as reported today by the same newspaper here. Authorities are looking for a solution.
I hope to give you good news as soon as possible.
That's all.
Pics where taken in the last three days. The last picture was taken three days ago. Yesterday morning the situation was the same.
Costretti a vivere come animali
Qualche tempo fa ho pubblicato un post su un gruppo di richiedenti asilo afghani che giocano a cricket in un posto abbandonato, vicino alla stazione ferroviaria.
Su suggerimento di un amico, due giorni fa sono tornata in quel luogo e ho visto qualcosa che sento la necessità di condividere con voi.
Da almeno due mesi, 150-200 uomini vivono all'interno del vecchio silos. Vengono soprattutto da Afghanistan, Pakistan, ma anche dal Kurdistan iracheno. Sono scappati dalla guerra, dai reclutamenti forzati dei talebani, dai massacri compiuti dall'ISIS.
Ora sono a Trieste e le loro condizioni di vita sono inaccettabili: non ci sono bagni, non ci sono bidoni delle immondizie, non ci sono tende, non c'è acqua all'interno dell'edificio in rovina. Solo alcune gabbie e alcune "camere" di cartone che i richiedenti asilo hanno costruito nel corso del tempo.
I nuovi arrivati non sono così fortunati e devono dormire sul pavimento o su travi di legno raccolte qui e là, senza alcuna protezione contro la pioggia (ci sono infiltrazioni d'acqua nel tetto) o contro le zanzare. Dal loro paese sono arrivati solo con poche cose e, come mi hanno detto, hanno bisogno soprattutto di scarpe, vestiti e coperte.
Alcuni di loro possono andare a mangiare alla mensa gestita dalla Caritas, altri no perché, come mi hanno riferito, la loro richiesta di asilo non è stata ancora verbalizzata dalla polizia (il che significa che, al momento, non hanno diritto all'assistenza). Alcuni di loro cucinano sul fuoco (fagioli, pane, uova, pollo). Praticamente tutti vanno in stazione per prendere l'acqua e usare il bagno.
Alcuni volontari italiani hanno portato cibo, vestiti, coperte e hanno aiutato a pulire una parte dell'edificio.
Tre giorni fa, come riportato da un quotidiano locale qui, alcuni rappresentanti dell'azienda sanataria, del comune e dell'ICS (la onlus che, detto in breve, ha l'incarico di prendersi cura dei richiedenti asilo) hanno fatto un sopralluogo. Hanno concluso che le condizioni di vita erano accettabili ed espresso la necessità di "sgombero". Quando? Forse la prossima settimana, come riportato oggi dallo stesso quotidiano qui. Le autorità stanno cercando una soluzione.
Spero di darvi buone notizie il prima possibile.
Le immagini sono state realizzate negli ultimi tre giorni. L'ultima imagine è stata fatta tre giorni fa. Ieri mattina la situazione era la stessa.
Nessun commento:
Posta un commento