Si è concluso ieri, di fronte alla
Conferenza dei servizi, l'iter per il rilascio dell'
AIA (autorizzazione integrata ambientale) a
Siderurgica Triestina s.r.l. (gruppo Arvedi), proprietaria della Ferriera di Servola. Presenti alla Conferenza la Regione, il Comune e la Provincia di Trieste, l'Arpa FVG, l'AAS1, l'Acegas, i Vigili del Fuoco e rappresentanti dell'Azienda, questi ultimi senza diritto di voto.
La Conferenza ha approvato all'unanimità una serie di documenti che saranno allegati all'AIA, che verrà rilasciata nel prossimi giorni dalla Regione e che avrà una durata di dieci anni.
L'esito del procedimento non è certo una sorpresa, ma se per l'Assessore regionale all'Ambiente Sara Vito, rappresenta "un ottimo risultato", per molti abitanti di Servola (e non solo) costituisce motivo di preoccupazione.
Perché? Innanzitutto perché, in relazione ai limiti sulle emissioni, è previsto
"un periodo transitorio fino al completamento degli interventi strutturali già in corso di riduzione delle emissioni." Ma qual è la durata di questo periodo? Si tratta di giorni, mesi, anni? Al momento non è dato sapere.
Per tale periodo, si dice nella stessa nota regionale, "
viene sostanzialmente richiamata l'ordinanza urgente del sindaco di Trieste [trasmessa a Siderurgica triestina il 23 novembre scorso, ndr],
che fissa limiti alla produzione dell'altoforno" [a 34.000 tonnellate mensili, ndr].
Nell'ordinanza in questione il sindaco ordina altresì a Siderurgica Triestina di "
attivarsi immediatamente per la riduzione dei fenomeni emissivi interessanti l'abitato di Servola e provenienti dallo stabilimento siderurgico di Servola in modo da garantire il costante miglioramento dei valori rilevati di PM10, fermo restando il rispetto di limiti di cui all'allegato XI del D.Lgs 13.8.2010 n. 155..." Benissimo, ma se viene sforato il tetto di produzione cosa succede? Se i fenomeni emissivi non vengono ridotti cosa succede? L'ordinanza precisa che "
il Sindaco si è riservato l'adozione di ulteriori provvedimenti di propria competenza, qualora i rilievi di ARPA-FVG attestino la mancata efficacia degli interventi attuati da Siderurgica Triestina srl." Quali azioni? Non è dato sapere. Sono previste delle sanzioni? Non è dato sapere.
Queste domande aperte si sommano ad altre, emerse nel corso della conferenza stampa che si è svolta il 3 dicembre scorso, al caffè san Marco di Trieste, dal titolo "
Le mancate risposte a poche ore dall'AIA", organizzata dai parlamentari
Aris Prodani e
Lorenzo Battista, in collaborazione con l'
Associazione NoSmog Onlus.
A fare il punto sulla situazione sono stati gli stessi Prodani e Battista, nonché Adriano Tasso e Alda Sancin di NoSmog e
Lino Santoro di
Legambiente.
Una situazione che fa venire i brividi e che non riguarda solo Servola e Muggia, come qualcuno ancora purtroppo pensa. Alda Sancin, presidente di NoSmog, ha fatto notare che all'associazione arrivano ormai segnalazioni da "
Chiarbola, Valmaura, Monte San Pantaleone, ma anche Campi Elisi, via Rossetti".
Le condizioni in cui sono costrette a vivere le persone delle aree abitative più vicine all'impianto siderurgico sono, come ho avuto già modo di segnalare
in un post precedente, sono assolutamente indegne. Condizioni che non possono essere considerate una banale "percezione soggettiva dell'inquinamento" come qualcuno ha dichiarato pubblicamente tempo fa. Esistono infatti dei riscontri scientifici ben precisi. Oltre allo studio condotto dalla
dottoressa Gatti (***) ci sono, come rilevato da Prodani, "
caratterizzazioni fatte nel corso degli anni che parlano di contaminazione dei suoli di 10 volte oltre la concentrazione limite."
Per quanto riguarda le
PM10, ha osservato Tasso, "
siamo nella situazione peggiore di sempre. Stamattina la centralina di San Lorenzo sfora per la 133esima volta nell'anno, contro un limite a protezione della salute umana previsto di 35."
Interessante anche l'intervento di Santoro il quale si è soffermato sullo studio dell'ARPA che sta alla base dell'ordinanza del sindaco del 23 novembre scorso. Tale studio si basa sull'analisi "
delle polveri sedimentate raccolte il 12.5.2015 su un terrazzo di una casa del rione di Servola" e conferma "
l'origine siderurgica del materiale esaminato". Nello studio viene segnalata "
la contestuale presenza di elevate concentrazioni di ferro… e la presenza di importanti concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici (IPA)" che, va detto, sono inquinanti altamente cancerogeni.
Sancin e Tasso hanno inoltre fatto presente che, oltre che con la polvere e i gas che fuoriescono dall'impianto, gli abitanti devono fare i conti con
il rumore che "
nelle case vicine [all'impianto, ndr]
non scende mai sotto i sessanta", con delle punte fino a 70.
Numerose sono state, nel corso degli anni, le chiamate da parte dei cittadini alle autorità competenti. "
C'è gente che chiama la polizia municipale per segnalare la presenza di gas, di odori molesti e di quant'altro", ha osservato Sancin aggiungendo che "
quest'anno ci sono state chiamate ai vigili urbani in numero superiore a tutti gli altri anni di validità dell'AIA precedente".
Ma i cittadini non si sono limitati a chiamare i vigili urbani. Come rilevato da Prodani, associazioni e cittadini hanno anche presentato degli
esposti alla Procura della Repubblica. Già nel 2013, ha aggiunto il parlamentare, "
ho presentato un'interrogazione proprio al Ministero della Giustizia perché volevo sapere, volevo capire che fine avessero fatto... gli esposti presentati da noSmog ma anche da altre associazioni, da cittadini eccetera, di cui non si è più saputo nulla."
Questa è solo una delle interrogazioni che uno o entrambi i parlamentari triestini hanno presentato ai vari Ministeri in relazione alla Ferriera di Servola. Ne cito, perché interessante, ancora un'altra che il sen. Battista ha presentato il 17 novembre scorso al
Ministero dell'Ambiente e relativo alle polveri di ricaduta che, come ha osservato lo stesso Battista durante la conferenza stampa, "
i cittadini le trovano anche nel cassetto della biancheria". La domanda di Battista è molto semplice: dato che si tratta di rifiuto industriale, "
come vanno smaltite queste polveri?"
Già in precedenza numerosi cittadini avevano chiesto in più occasioni e a diverse autorità delucidazioni sulle norme da seguire per rimuovere queste polveri. Avevano altresì chiesto di essere messi a conoscenza della loro eventuale tossicità.
Abbiamo dunque i dati delle centraline, analisi scientifiche, segnalazioni, esposti, interrogazioni parlamentari relative alla Ferriera di Servola. Abbiamo anche testimonianze di persone che si trovano la polvere di ricaduta nel frigorifero, negli armadi, sulle macchine; persone che sono costrette a blindarsi in casa per via della polvere, del rumore, del gas. La domanda è: quali risposte sono state date dalle autorità per fronteggiare la situazione?
C'è stata il decreto della Regione, il 10 aprile 2015, con cui Siderurgica Triestina veniva "
diffidata a limitare la marcia della batteria della cokeria e, comunque, a non superare i 67 sfornamenti al giorno". Ma, ha puntualizzato Tasso durante la conferenza stampa, "
Abbiamo verificato dall'autodichiarazione della proprietà… che per oltre il 50% delle giornate l'ordinanza non è stata rispettata."
C'è stata poi l'ordinanza del sindaco, il 23 novembre scorso, sulla riduzione della produzione di ghisa (quindi da parte dell'altoforno) a 34.000 tonnellate mensili. Ma, ha osservato Sancin, "
se noi andiamo a vedere la serie storica di quanto è successo da quando è stata data l'AIA, tolto il primo anno...negli anni successivi la produzione è stata sempre contenuta entro questi limiti."
E quindi? E quindi a giorni verrà rilasciata l'AIA con una situazione che, per gli abitanti di Servola, Valmaura e altre zone della città, resta al momento invariata e con degli interrogativi che non hanno risposta o, se ce l'hanno, non è quanto meno nota al cittadino medio.
Di seguito ne elenco alcuni, raggruppati per categoria, emersi sia durante la conferenza stampa del 3 dicembre, sia in precedenza.
Ambiente
1) Qual è la durata del periodo transitorio previsto dall'AIA (che verrà rilasciata nei prossimi giorni) in relazione ai limiti sulle emissioni?
2) Dove vanno smaltite le polveri di ricaduta che i cittadini raccolgono nelle proprie abitazioni? E' possibile pensare che seguano lo stesso iter adottato dallo Stabilimento siderurgico per lo smaltimento dei rifiuti industriali prodotti al suo interno? Se sì, qual è questo iter?
3) La centralina ARPA di via San Lorenzo in Selva, pur trovandosi a fianco di un'abitazione privata, non viene tenuta in considerazione per ciò che concerne la rilevazione di PM10. Perché la stessa, invece, fa testo per quanto riguarda il benzopirene?
4) Per quale ragione le centraline di via Svevo e di via Pitacco (di proprietà di Elettra) si trovano sotto "un ombrello alberato"? C'è una ragione tecnica?
5) Nell'accordo di programma quadro, sottoscritto dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico e dalla Regione FVG, in data 7 agosto 2015 si parla di aree di proprietà e in concessione contaminate, con esplicito riferimento al suolo, alle acque sotterranee e ai fondali marini antistanti lo stabilimento. La domande sono:
E' stato individuato il soggetto (o i soggetti) responsabile di questa contaminazione?
Sono previste delle sanzioni per il soggetto (o i soggetti) responsabile della contaminazione?
Sono previsti controlli in futuro per monitorare la situazione e per far sì che una tale contaminazione non si verifichi più? Se sì, quali sono gli strumenti di controllo previsti e quali le eventuali sanzioni in caso di infrazione?
Finanziamenti pubblici
Nell' accordo di programma quadro di cui sopra è previsto lo stanziamento di 41.5 milioni di euro per la messa in sicurezza, bonifica e reindustrializzazione dello stabilimento della Ferriera di Servola. Le domande sono le seguenti:
Chi è il soggetto delegato ad espletare le opere elencate nel suddetto accordo e che quindi riceve/riceverà i 41,5 milioni di euro?
I tempi rispetto al cronoprogramma sono stati finora rispettati?
Lavoro
Oggi ci sono una quarantina di operai, dipendenti della gestione precedente dell'impianto, in cassa integrazione. Le domande sono:
Quale sarà la durata della cassa integrazione?
E' previsto un ricollocamento per questi operai?
Salute
1) Quali strumenti e accorgimenti devono adottare i cittadini per raccogliere le polveri di ricaduta che trovano in giardino o nella propria abitazione?
2) Il sindaco di Capodistria ha commissionato, rispettivamente nel 2003 e nel 2007, delle indagini epidemiologiche tese a verificare l'impatto dell'ambiente sull'insorgenza di determinate malattie e sull'aumento del tasso di mortalità fra gli abitanti di parte del Comune di Capodistria.
La domanda è: E' stata condotta a Trieste una simile indagine da parte di ricercatori indipendenti? Se sì, quali risultati ha conseguito? Se no, è possibile condurla sulla base, ad esempio, dei dati "storici" (ICD9, SDO etc…) conservati nella banca dati informatica dell'Azienda sanitaria o analoghi?
3) Nel corso della conferenza del 3 dicembre Aris Prodani ha fatto riferimento ad un articolo de
Il Piccolo risalente al 2013 che, testuale, riporta: "
Sono 83 gli operai della Ferriera morti a causa di tumori dal 2000 in poi."
Le domande sono:
Qual è lo stato di salute degli operai della Ferriera in questo momento, inclusi gli operai (dipendenti Lucchini) in cassa integrazione?
Vengono fatti dei controlli sullo stato di salute degli operai della Ferriera?
Quali sono le misure adottate dalla Siderurgica triestina a tutela della salute degli operai che lavorano nei diversi reparti (altoforno, impianto di agglomerazione, cokeria, macchina colare, etc…)?
Sicurezza
1) Quali misure vengono adottate da Siderurgica Triestina a garanzia della sicurezza dei lavoratori dello Stabilimento?
2) Quali misure vengono adottate dalle autorità pubbliche a garanzia della sicurezza degli abitanti nelle aree più vicine all'impianto?
Nell'augurare Buon san Nicolò a tutti i triestini auspico sinceramente che a questi interrogativi venga data una tempestiva risposta. Soprattutto auspico che i problemi di Servola, Valmaura e di altre aree "invivibili" della città vengano risolti prima possibile.
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Foto scattata in via dei Giardini, in data 01/12/2015 alle ore 18.33 |
(
***) la dottoressa Antonietta Gatti, uno dei massimi esperti mondiali di patologie collegate alle nanoparticelle, ha condotto uno studio, commissionato dall'on. Aris Prodani e dal sen. Lorenzo Battista, in merito alle polveri raccolte nel rione di Servola, i cui risultati sono stati presentati il 27 luglio 2015 durante una conferenza stampa tenutasi a Trieste.
Le polveri, prelevate con sensori passivi nell’arco di tempo di 24 nel rione di Servola, il 21 giugno 2015, in via del Ponticello ed il 26 giugno, in via dei Giardini, sono state analizzate al microscopio elettronico. La composizione chimica, indicante la presenza di ferro, calcio e silicio e le stesse dimensioni e forme delle particelle, permettono, secondo la dottoressa Gatti, di affermare con certezza che abbiano origine da un processo industriale di tipo siderurgico, quindi riconducibili alla Ferriera.
Il rapporto indica che «si sono rilevate grandi concentrazioni di piccolissime particelle, spesso di dimensione nanometrica. Queste tengono un comportamento sotto diversi aspetti simile a quello di un gas e, come un gas, vengono inalate e respirate. Sono capaci di entrare nei bronchi raggiungendo anche gli alveoli polmonari da dove, nel volgere di poche decine di secondi, passano al sangue (..) raggiungendo qualunque organo». Possono, dunque, rappresentare la causa dell’insorgenza di una moltitudine di patologie, in relazione all’organo colpito, alla forma, alla dimensione, alla composizione chimica e alla concentrazione delle particelle, quali tumorali, malattie neurologiche, interferenze genetiche, malformazioni fetali;
Lo studio «La Ferriera di Servola e le nanopatologie» si conclude sostenendo che ad oggi non esistono terapie che mostrino una qualunque efficacia nei confronti delle nanopatologie, cioè delle patologie da particelle, forme morbose che stanno diventando sempre più diffuse e che, con frequenza rapidamente crescente, colpiscono principalmente i soggetti che vivono nelle zone più inquinate. Dunque, mancando la cura, non c’è altra possibilità se non quella di prevenire l’insorgenza della malattia. È allora chiaro che, dal punto di vista strettamente scientifico e al di fuori di qualunque altra considerazione, condizioni come quella della Ferriera di Servola non possono essere compatibili con una situazione dove la salute pretenda di essere salvaguardata. Cit. da
Il blog di Aris Prodani.