Alle 18.30 di oggi, 14 marzo, presso il Museo d'arte moderna Ugo Carà di Muggia, è stata inaugurata la mostra del giovane artista messicano Lucio Santiago, intitolata A' NABAANY.
A'Nabaany, come spiega l'artista stesso, è un antico termine zapoteco che significa vita. E l'idea dell'installazione nasce proprio dalle esperienze di vita recenti dell'autore, che ha visto succedersi la morte del padre, il grande artista Alejandro Santiago, e l'arrivo del figlio. La vita dopo la morte, dunque, ma anche "la vita che rinasce dalla morte" come spiega Maria Campitelli, curatrice della mostra, insieme con Manolo Choco.
"Quando ero piccolo", scrive l'autore, "avevo spesso incubi. Sognavo che un cane nero mi rincorreva e mi svegliavo molto spaventato. Per tranquillizzarmi, mio papà mi diceva che si trattava dell'A'Nabaany e che la sua apparizione significava che le cose mi sarebbero andate bene. I pezzi esposti al museo hanno a che fare con questa analogia della vita dopo la morte, però anche con la possibilità che l'arte ci da di trasfigurare i significati per dare un senso alla vita che sempre accompagna la morte.
L'installazione, come spiega Maria Campitelli, "assorbe in sé sia l'antica cultura precolombiana con le sue specifiche crudeli modalità, sia l'attualità dei media tecnologici…" Pittura, grafica, video-proiezioni vi si intrecciano, così come si intrecciano, in modo indissolubile, vita e morte, vita e arte.
La mostra, allestita dal Gruppo 78, potrà essere visitata fino al 6 aprile 2014 nei seguenti orari:
da martedì a venerdì 17.00/19.00
sabato 10.00/12.00-17.00-19.00
domenica e festivi 10.00-12.00
A'Nabaany, come spiega l'artista stesso, è un antico termine zapoteco che significa vita. E l'idea dell'installazione nasce proprio dalle esperienze di vita recenti dell'autore, che ha visto succedersi la morte del padre, il grande artista Alejandro Santiago, e l'arrivo del figlio. La vita dopo la morte, dunque, ma anche "la vita che rinasce dalla morte" come spiega Maria Campitelli, curatrice della mostra, insieme con Manolo Choco.
"Quando ero piccolo", scrive l'autore, "avevo spesso incubi. Sognavo che un cane nero mi rincorreva e mi svegliavo molto spaventato. Per tranquillizzarmi, mio papà mi diceva che si trattava dell'A'Nabaany e che la sua apparizione significava che le cose mi sarebbero andate bene. I pezzi esposti al museo hanno a che fare con questa analogia della vita dopo la morte, però anche con la possibilità che l'arte ci da di trasfigurare i significati per dare un senso alla vita che sempre accompagna la morte.
L'installazione, come spiega Maria Campitelli, "assorbe in sé sia l'antica cultura precolombiana con le sue specifiche crudeli modalità, sia l'attualità dei media tecnologici…" Pittura, grafica, video-proiezioni vi si intrecciano, così come si intrecciano, in modo indissolubile, vita e morte, vita e arte.
La mostra, allestita dal Gruppo 78, potrà essere visitata fino al 6 aprile 2014 nei seguenti orari:
da martedì a venerdì 17.00/19.00
sabato 10.00/12.00-17.00-19.00
domenica e festivi 10.00-12.00
Un grazie particolare a Lara Baracetti e Guillermo Giampietro per avermi fatto conoscere questo giovane artista messicano e per la bella serata passata insieme.
Lucio Santiago in compagnia di Laura Baracetti |
Lucio Santiago con Lara Baracetti, Guillermo Giampietro ed altri amici |
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belle e curiose le foto Erika, sicuramente invogliano a vedere la mostra. arte dall'arte.
RispondiEliminagrazie per avermi fatto conoscere quest'artista.
C'è tempo fino al 6 aprile, Luigina. Se passi da queste parti ci torno molto volentieri.
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