Il cimitero ebraico di Rožna dolina si trova a poche centinaia di metri dall'omonimo valico confinario ("Casa rossa" dal lato italiano), esito del trattato di pace del 1947 che divise la città di Gorizia in due, assegnandone una parte alla Jugoslavia e l'altra all'Italia.
Il cimitero, che si estende su una vasta superficie erbosa, circondato da un muretto di mattoni, conta approssimativamente novecento tombe, la maggior parte delle quali risalenti al XIX secolo, ma con alcune eccezioni di epoche precedenti e, in particolare a partire dal XV secolo. Fu utilizzato fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
All'ingresso un cartellone informa che il cimitero “è stato istituito nel sec. XVIII servendo da luogo di sepoltura della comunità ebraica di Gorizia. Una comunità presente in città già da molti secoli, alla quale alla fine del Seicento venne imposto il Ghetto come area di residenza. Nel 1756 la comunità ebraica inaugurava la nuova sinagoga. Negli anni successivi il nucleo ebraico goriziano assumerà crescente importanza come punto di riferimento sociale e intellettuale.”
All'ingresso un cartellone informa che il cimitero “è stato istituito nel sec. XVIII servendo da luogo di sepoltura della comunità ebraica di Gorizia. Una comunità presente in città già da molti secoli, alla quale alla fine del Seicento venne imposto il Ghetto come area di residenza. Nel 1756 la comunità ebraica inaugurava la nuova sinagoga. Negli anni successivi il nucleo ebraico goriziano assumerà crescente importanza come punto di riferimento sociale e intellettuale.”
A Rožna dolina (Valdirose in Italiano, Rosenthal in tedesco) riposano per lo più i membri della comunità ebraica di Gorizia che, secondo i censimenti, contava 256 unità ( 127 uomini e 129 donne) nel 1764 e 270 nel 1788, attestandosi sotto le trecento unità agli inizi del '900.
Fra le personalità di spicco della comunità ebraica goriziana ivi sepolte, ricordiamo il rabbino Isacco Samuele Regio, la giornalista Carolina Luzzato e Carlo Michelstaedter, il celebre filosofo che si suicidò nel 1910, a soli 23 anni.
Dentro l'ampia struttura colpisce il silenzio avvolgente delle tante anime che vi riposano. Un silenzio che però si rompe bruscamente quando ci si avvicina alla tomba di Elda Morpurgo che, come si legge sulla lapide, fu “deportata ad Auschwitz il 23 novembre 1943”. In quella data la maggior parte degli ebrei che ancora si trovavano a Gorizia (trentacinque secondo alcune stime) furono tutti arrestati e poi deportati nel tristemente celebre campo di sterminio nazista in Polonia. Solo due di essi fecero ritorno. Gli altri non sopravvissero alla Shoah.
Note: il cimitero è aperto al pubblico dalla mattina alla sera. L'ingresso è gratuito. E' facilmente raggiungibile in automobile ma anche a piedi: dalla stazione centrale di Gorizia ci si impiega poco più di trenta minuti.
Fonti:
"Židovsko pokopališče", Krajevna skupnost Rožna dolina
"Jewish itinerary Slovenia" by Ruth Ellen Gruber, centropa
International Jewish Cemetery Project
"La comunità ebraica di Gorizia" di Maria Elisabetta Loricchio, Amici di Israele Gorizia
"Gli ebrei nella vita della città" di Antonella Gallarotti, Gopolis
"Gli Ebrei di Gorizia: tra antisemitismo e tolleranza" di Amanda Visintin, L'oppure – Gorizia
I nomi della Shoah italiana