sabato 24 agosto 2013

Tributo alla città di Sarajevo

E' arrivato il momento di spegnere il computer, riporlo nello zaino insieme alle altre cose e prepararmi al ritorno a casa.
E' con un po' di tristezza che saluto questa meravigliosa città, fatta di persone straordinarie, che danno senza chiedere, che hanno voglia di raccontare e di farsi raccontare.
Ringrazio quindi tutti gli amici che ho conosciuto (l'elenco sarebbe troppo lungo) e ringrazio anche tutti i lettori che hanno avuto la pazienza di leggere le storie del blog, di condividere il blog con altri, di aggiungere preziosi commenti. Ringrazio inoltre tutti coloro i quali mi hanno dato consigli pratici, che hanno messo in discussione i miei seppur non volontari pregiudizi, che mi hanno dato spunti di riflessione e che mi hanno dissuaso dall'intraprendere strade che, per varie ragioni, sono impercorribili.
Una cosa è certa: il mio legame con questa città non finisce qui. E adesso chiudo veramente perché iniziano a spuntarmi le lacrimucce.
Per tutti gli "affecionados".... il blog non si chiude qui: una volta intrapreso un cammino non si può tornare indietro.

Sarajevo
Sarajevo
Sarajevo
Sarajevo
Sarajevo
Sarajevo
Sarajevo
Sarajevo
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venerdì 23 agosto 2013

Violino e pianoforte in Baščaršija

Ebbene sì, a Sarajevo può succedere anche di camminare per la Baščaršija e imbattersi in un negozio di abbigliamento, dove oltre ad acquistare abiti e accessori di fattura particolare, si può assistere a prove di musica, con protagonisti un violino e un pianoforte. Che spettacolo! Non poteva concludersi in modo migliore il mio ritorno a Sarajevo.

Baščaršija Sarajevo Musica Artigianato
Baščaršija Sarajevo Musica Artigianato
Baščaršija Sarajevo Musica Artigianato
Baščaršija Sarajevo Musica Artigianato
Baščaršija Sarajevo Musica Artigianato
Baščaršija Sarajevo Musica Artigianato
Baščaršija Sarajevo Musica Artigianato
Baščaršija Sarajevo Musica Artigianato
Baščaršija Sarajevo Musica Artigianato


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domenica 18 agosto 2013

Back to Sarajevo: The Sarajevo film festival

Non contavo di tornare a Sarajevo così presto ma, con la scusa del Film Festival, così ho fatto...

Sarajevo
Sarajevo
Sarajevo
Sarajevo
Sarajevo di notte
Sarajevo
Sarajevo


Sarajevo film Festival

Il Sarajevo film festival nacque verso la fine del lungo assedio che colpì la città tra il 1992 e il 1996, con l'obiettivo di contribuire alla ricostruzione della società civile e preservare lo spirito cosmopolita della capitale della Bosnia Erzegovina.
Divenuto con gli anni un festival di fama internazionale, rappresenta il principale evento cinematografico in Europa rispetto alla filmografia dell'Europa sud-orientale, sia per ciò che concerne la fiction, sia per quanto riguarda le produzioni di carattere documentaristico.

Sarajevo film festival 2013
Sarajevo film festival 2013
Sarajevo film festival 2013
Sarajevo film festival 2013
Sarajevo film festival 2013
Sarajevo film festival 2013
Sarajevo film festival 2013



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venerdì 2 agosto 2013

Sarajevo-Koper


Bello vero, il viaggio? Sarebbe potuto esserlo senz'altro se non fosse stato per…


…l'Unione Europea

Per capire che cos'è l'Unione Europea prendete l'autobus (targato BiH, nota non trascurabile) che parte alle 15.15 da Sarajevo (Bosna i Hercegovina) e arriva a Koper (Slovenija) il giorno successivo verso le 5.
Il viaggio, in sé, potrebbe essere piacevolissimo, perché durante il giorno è possibile vedere molte delle bellezze naturali della Bosnia; parlare con i compagni di viaggio; osservare quello che fanno gli altri passeggeri; scattare anche delle foto, perché no.
Ma, c'è sempre un ma.... Tra Sarajevo e Koper, che un tempo facavano parte di un unico grande paese, la Jugoslavija, ci sono oramai due confini, quello tra BiH e Croazia e quello tra Croazia e Slovenia.
Tutti i passeggeri vengono svegliati nel cuore della notte, fatti scendere ad entrambi i confini (rispettivamente alle 10 di sera e alle 2.30 del mattino del giorno successivo), messi in fila, (fin qui vi ricorda qualcosa???) e sottoposti, uno ad uno, a controllo da parte della polizia di frontiera. Nessuno può salire sull'autobus finché i controlli non sono finiti.
La prima domanda che sorge spontanea è: perché far scendere tutti quanti, quando basterebbe che il poliziotto si alzasse dalla sedia e salisse i 5 gradini di autobus? Banale: perché solo nel suo ufficio il poliziotto di frontiera dispone degli strumenti supertecnologici per verificare che il documento corrisponda alla persona che ha davanti.
Domanda numero due: perché io, con carta d'identità italiana, non vengo degnata nemmeno di uno sguardo? Risposta altrettanto banale: perché io sono cittadina europea, a differenza della stragrande maggioranza degli altri passeggeri, cittadini della BiH (per lo più donne con bambini, signori e signore anziane, giovani manovali).
Terzo quesito: se l'autobus avesse avuto targa IT o FR o DE, in Slovenia o in Croazia, i suoi passeggeri avrebbero avuto questo trattamento "di favore", per usare un eufemismo? Non lo so, perché non ho mai fatto quest'esperienza, ma a giudicare dall'assenza di interesse per tutte le macchine targate IT, DE, FR e quant'altro, mi verrebbe da dire di no.
Ecco, questa è l'Unione Europea: una sorta di megalocomio dove tutti quelli che non portano il bollino blu vengono trattati un po' come animali: ripeto, per puntualizzare, svegliati e fatti scendere due volte durante la notte - per non parlare del controllo di polizia subito a bordo dell'autobus in Croazia... - controllati per filo e per segno, messi ad aspettare su un piazzale a bordo della strada (vedasi ultima foto del post precedente, scattata in barba alle telecamere che, probabilmente, non mi hanno cagata nemmeno stavolta per via del bollino blu europeo), fatti risalire sull'autobus.
Anche a Cuba i controlli sono rigorosi. Ci sono stata l'anno scorso e, quindi, parlo per esperienza diretta. Ma i controlli riguardano tutti, cittadini cubani compresi.
Resta quindi il quarto quesito: a proposito di quale parte del pianeta si parlava di regime, di mancanza di democrazia e via discorrendo? Io a questo quesito ho già risposto. Poi, fate voi.

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